Un risultato, secondo gli studiosi, che elimina una delle difficolta' per la realizzazione di calcolatori con tecnologia a magneti molecolari. La ricerca e' pubblicata sulla Physical Review Letters.
Sfruttare i campi elettrici per manipolare i qubit dei computer quantistici del futuro, superando uno dei maggiori impedimenti per lo sviluppo di questa tecnologia, il poter manipolare i bit quantistici in modo rapido ed affidabile.
Questo e' dunque il risultato del lavoro teorico portato avanti da Filippo Troiani, del laboratorio Infm-Cnr S3 di Modena, in collaborazione con il gruppo di Daniel Loss, dell'Universita' di Basilea.
Questo e' dunque il risultato del lavoro teorico portato avanti da Filippo Troiani, del laboratorio Infm-Cnr S3 di Modena, in collaborazione con il gruppo di Daniel Loss, dell'Universita' di Basilea.
"Lo studio -spiegano i ricercatori dell'Infm-Cnr- offre un approccio in grado di accelerare lo sviluppo e la realizzazione di elaboratori quantistici basati sulla tecnologia dei magneti molecolari, dei minuscoli magneti quantistici, per portare nel nostro quotidiano apparecchi rivoluzionari per velocita' e capacita'".
"A breve, -continuano i ricercatori dell'Infm-Cnr- i componenti fondamentali degli elaboratori raggiungeranno dimensioni alle quali gli oggetti si comportano in modi radicalmente diversi da quelli previsti dalla fisica 'classica' a causa dell'insorgere di fenomeni quantistici.
Lungi dall'essere un limite pero', questi fenomeni sono una grande opportunita', perche' grazie ad essi gli scienziati potranno costruire computer e memorie incomparabilmente piu' veloci di quelli attuali".
Lungi dall'essere un limite pero', questi fenomeni sono una grande opportunita', perche' grazie ad essi gli scienziati potranno costruire computer e memorie incomparabilmente piu' veloci di quelli attuali".
"E -sottolineano- i magneti molecolari rappresentano proprio il potenziale mattoncino di questi computer quantistici, su cui fondarne le strutture come e' oggi per i transistor". "Sono infatti -aggiungono ancora- economici da realizzare anche a grandi scale, sono prodotti da processi di sintesi chimica e sono in grado di memorizzare informazione nel loro stato magnetico".
Si tratta quindi di un deciso passo avanti verso i supercomputer del futuro. "I magneti molecolari sono una delle possibili chiavi per accedere al mondo del calcolo quantistico. Semplici da realizzare e ben compresi, saranno probabilmente i mattoni con cui costruiremo memorie e unita' di calcolo avanzatissime" spiega Filippo Troiani, ricercatore del laboratorio S3 di Infm-Cnr di Modena e coautore della ricerca.
Che conclude: "Se questi bit quantistici possono essere manipolati tramite campi elettrici, allora una parte delle difficolta' legate al loro utilizzo in calcolatori puo' essere superata, e la ricerca applicata puo' contare su nuovi, piu' potenti e pratici strumenti per costruire le prime macchine quantistiche".
Che conclude: "Se questi bit quantistici possono essere manipolati tramite campi elettrici, allora una parte delle difficolta' legate al loro utilizzo in calcolatori puo' essere superata, e la ricerca applicata puo' contare su nuovi, piu' potenti e pratici strumenti per costruire le prime macchine quantistiche".
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