lunedì 4 gennaio 2010

Il fotovoltaico frenato dalla burocrazia


Il fotovoltaico italiano sta registrando negli ultimi tempi un consistente sviluppo – 450 MW di potenza installata e circa 37 mila impianti entrati in esercizio al 30 aprile 2009, secondo i dati del Gse – che potrebbe essere ancora maggiore se fossero alleggerite le procedure burocratiche che ancora ostacolano e rallentano la crescita del settore. Per questo in un comunicato il Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) – Anie (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche) chiede che vengano al più presto emanate le Linee Guida per la semplificazione dell'iter autorizzativo richiesto per la costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Il Dlgs 387/03

Il D.Lgs 387 del 29/12/03 sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, che ha introdotto il principio del finanziamento in Conto Energia degli impianti fotovoltaici, aveva previsto un iter autorizzativo semplificato per facilitare lo sviluppo di questo mercato, demandando ad una Conferenza dei Servizi l’autorizzazione per la costruzione e l'esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. Questa Conferenza dei Servizi doveva essere convocata dalla Regione entro 30 giorni dal ricevimento della domanda d’autorizzazione, e concludere il procedimento autorizzativo entro 180 giorni dalla richiesta.

Inoltre veniva recepito il principio che per gli impianti non programmabili (quindi anche per quelli fotovoltaici) nessuna autorizzazione doveva essere richiesta se il sito su cui si sarebbe installato l’impianto era esente da vincoli di qualsiasi natura in materia di tutela dell’ambiente, tutela del paesaggio e patrimonio storico-artistico.

Mancano le Linee Guida

La Conferenza Unificata, su proposta del Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del Ministero per i beni e le attività culturali, avrebbe dovuto approvare le Linee Guida per lo svolgimento del procedimento autorizzativo. Ma a distanza di 5 anni dalla pubblicazione del Dlgs 387/03 non sono state ancora emanate, comportando ritardi e difficoltà nello sviluppo degli impianti fv.


Gli ostacoli

Nell'attesa le Regioni hanno giocato d'anticipo definendo indirizzi e procedure affinché l’esercizio delle competenze delle Regioni avvenisse in maniera coordinata. Purtroppo – sottolinea lo studio dell'Anie - molte delle procedure approvate hanno creato degli impedimenti reali allo sviluppo della tecnologia fotovoltaica, determinando diversità di comportamenti fra le varie regioni e in qualche caso fra le varie province della singola regione.

La casistica oscilla fra i comportamenti delle Regioni Lombardia e Puglia, che hanno seguito in modo corretto le raccomandazioni del DLgs 387/2003 a quelli delle Regioni Sicilia e Basilicata, che secondo l'Anie sono da considerarsi fra le più limitanti per lo sviluppo del fotovoltaico.

La situazione si è riflessa nel numero di impianti fv installati, che a fine 2008 vedeva il 25% di questi concentrarsi per l’appunto in Lombardia (con 49 MW di potenza installata) e Puglia (51,6 MW) mentre Sicilia (17 MW) e Basilicata (4,5 MW) si trovano nelle ultime posizioni della classifica per regioni della potenza installata.

Le istanze di Gifi-Anie

Per questi motivi, il Gifi-Anie da anni sta sollecitando i Ministeri interessati (Sviluppo Economico, Ambiente e Beni Culturali) e la Conferenza Unificata affinché vengano rispettate le direttive del DLgs 387/2003 e vengano emanate le Linee Guida, auspicando che, una volta emanate, siano recepite dalle singole regioni senza ulteriori modifiche.

Inoltre, il Gifi-Anie chiede che gli impianti con potenza inferiore a 20 kWp vengano esclusi in ogni caso dall'autorizzazione unica – anche in presenza di vincoli -, così come gli impianti con potenza superiore a 20 kWp (in linea con le direttive dell'art. 12 del Dlgs 387), sempre che non sia richiesto dall’autorità locale (comune, provincia, regione, parco, etc.) il rilascio di specifiche autorizzazioni, previste dalle normative vigenti, in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico.

Infine, la valutazione di impatto ambientale o lo screening ambientale dovrebbero essere richiesti solo in presenza di vincoli ambientali, e in questo caso si dovrebbe applicare il normale procedimento dell’Autorizzazione Unica.




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