mercoledì 9 settembre 2009

CLIMA: UE, SI PREANNUNCIA SCONTRO SU FONDO PER PAESI POVERI


Sulla ripartizione degli oneri previsti per il fondo internazionale destinato ad aiutare i paesi poveri a cooperare alla lotta mondiale contro il riscaldamento del pianeta, si preannunciano divisioni tra gli Stati membri della Ue, in particolare tra il gruppo dei 'vecchi' e il blocco dei nuovi 12 entrati.
Per avvicinare le posizioni, la presidenza svedese di turno della Ue ha deciso di convocare per venerdi' prossimo una riunione straordinaria del Coreper, il Comitato tra i rappresentanti dei 27 a Bruxelles.
Il confronto si svolgera' il giorno dopo la presentazione della proposta della Commissione Ue, prevista per domani. Le divisioni - spiegano fonti europee - riguardano i criteri con i quali calcolare il contributo di ciascun stato membro. La Commissione propone un mix tra le emissioni di C02 pro capite (la responsabilita' nell'inquinare) e il Pil pro capite (la capacita' di pagare). Ma la Polonia e gli altri paesi dell'est chiedono di usare il solo criterio del Pil. Se questa richiesta passasse, l'Italia vedrebbe quasi triplicare la propria bolletta.
Nel documento che il commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas illustrera' domani, la forchetta prevista per il contributo italiano e' compresa tra un minimo di 110-120 milioni di euro e un massimo di 400 milioni di euro, per la prima tranche del 2010, a seconda che prevalga l'uno o l'altro dei due criteri. Bruxelles propone che si tengano in considerazione entrambi, in modo equilibrato: cio' porterebbe lo sforzo italiano attorno ai 200 milioni di euro. A livello europeo, la tranche del 2010 potrebbe ammontare tra l'1,2 miliardi di euro e i 3,4 miliardi di euro. Mentre a livello internazionale lo sforzo, che dovra' essere negoziato alla conferenza sul clima di Copenaghen di dicembre, e' di dieci miliardi di euro entro il 2013, l'anno dopo della scadenza del protocollo di Kyoto.
Dal 2013 al 2020, anno in cui le emissioni mondiali di C02 dovrebbero essere calate del 30% rispetto ai livelli del 1990, il totale dei fondi previsti per aiutare il processo virtuoso dei paesi poveri, senza comprometterne la crescita economica, ammonta a 100 miliardi di euro. Non tutti questi soldi dovranno uscire dalle casse degli Stati: il meccanismo finanziario prevede infatti che i paesi possano usare parte degli introiti della vendita all'asta di quote di emissioni di C02. Ma anche su questo elemento c'e' malumore, in quanto la nuova Borsa europea per scambiare azioni verdi sara' pronta sola nel 2013, mentre i primi versamenti andranno fatti gia' dal prossimo anno.


http://www.ansa.it/ambiente/

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