mercoledì 13 maggio 2009

Stampare ''eco'' è meglio.



In fatto di stampanti la tutela dell’ambiente sembra passare innanzitutto dal buon senso. Ecco i consigli di Lexmark: stampare solo se necessario, utilizzare la funzione fronte/retro in modalità bozza per usare meno inchiostro, e con cartucce ad alto rendimento. Lexmark dal canto suo si impegna a ritirare e riciclare le vecchie stampanti che, nel 99% dei casi, vengono convertite in materiali secondari.

Stampare in maniera sostenibile pare quindi una faccenda relativa alla carta e agli inchiostri. Dal punto di vista della tecnologia i produttori stanno investendo in prodotti a basso consumo energetico, ma le più importanti innovazioni verso la ecosostenibilità hanno ormai quasi venti anni. È infatti del 1991 la tecnologia solid ink di Xerox che utilizza un inchiostro solido atossico a base di resine, che non sporca e non produce cartucce da smaltire, e riduce gli scarti del 90% (il residuo è un piccolo blocco di cera fusa riciclabile. Sempre dal 1991 Ecosys di Kyocera utilizza materiali di lunga durata, e riduce gli scarti e le emissioni di ozono. Lo scorso anno HP ha invece introdotto la prima stampante a getto d’inchiostro certificata in base ai criteri stabiliti dall’Agenzia ambientale tedesca. E a seguire un modello composto per l’83% da plastica riciclata. Epson invece venderà stampanti per piantare alberi. Con l’accordo “parco per il clima” firmato con Legambiente la società si impegna a destinare una quota delle vendite per ripiantare alberi nelle zone incendiate. E da Greenpeace l’appello a bandire l’uso di carta proveniente dalla distruzione delle foreste primarie o di valore ambientale

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