giovedì 28 maggio 2009

Casa acqua: minerale o rubinetto?

Intorno all'acqua minerale girano interessi consistenti: è uno dei settori
dell'industria alimentare da sempre in grande spolvero in Italia che ha una tradizione molto scarsa di consumo di acque dal rubinetto. Questo perché la fama che si sono fatte le acque pubbliche, soprattutto a partire dagli anni Settanta e Ottanta, non è delle migliori. Allora il consumo di acque confezionate è cresciuto enormemente tanto da rappresentare quasi il 100% delle acque usate per bere. L'acqua del rubinetto è usata solo per lavarsi e per gli altri usi domestici.

Questo chiaramente comporta costi superiori per le famiglie e per lo stato vista la necessità di smaltire enormi quantità di plastica usate una volta sola e gettate nel cestino dei rifiuti. Nei giorni scorsi l'Università di Napoli Federico II ha fatto uscire uno studio sulle acque di 50 comuni italiani e lo studio ha avuto un'ottima visibilità sul Corriere della Sera: in ben un caso su quattro erano presenti batteri fecali e sono state trovate tracce sistematiche di trialometani. La conclusione parrebbe scontata: l'acqua del rubinetto è pericolosa per la salute.

Eppure poi scopriamo in rete che il coordinatore della ricerca, Massimo Imperato, è direttore del Centro Europeo di Ricerca Acque Minerali, di cui fa parte anche il tossicologo citato nell'articolo. Scopriamo anche che il redattore del pezzo del Corriere, il giornalista Mario Pappagallo, ha scritto recentemente un libro, Atlante delle acque minerali, con sponsorizzazione della San Pellegrino che fa parte del gruppo multinazionale Nestlè. Insomma sorgono dei dubbi sull'oggettività della ricerca tanto più che non si dice mai che i limiti rilevati dei trilometani sono entro quelli di legge e tanto più che associazioni come Legambiente e Altroconsumo dichiarano di non aver mai trovato nei loro test tracce di batteri fecali nelle acque e che se il rapporto fosse davvero uno su quattro anche le connesse problematiche per la salute sarebbero molto più pesanti. Insomma, una grande bolla di sapone per demonizzare l'acqua gratuita ed ecologica del rubinetto a scapito della plastica e dell'acqua multinazionale?

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