martedì 31 marzo 2009

Plastiche biodegradabili. Biodegradabili in mare.




Plastiche biodegradabili e biosolubili sono in commercio da anni, ma i polimeri messi a punto dalla University of Southern Mississippi (USM) presentano la proprietà di degradarsi a contatto con l'acqua di mare. Non stupisce, quindi, che a finanziare il progetto di ricerca, presentato al convegno annuale dell'American Chemical Society, sia la Marina militare degli Stati Uniti, attraverso il Naval Sea Systems Command (Navsea), interessato a migliorare la gestione dei rifiuti nella sua flotta.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti è infatti critico per le imbarcazioni che navigano ininterrottamente per mesi, prima di poter sbarcare in porto le tonnellate di residui di imballaggi e di altri manufatti utilzzati per cuocere o consumare i cibi. Da qui l'idea di mettere a punto un materiale plastico biodegradabile che possa essere smaltito in mare senza un impatto negativo sull'ambiente.

Secondo i ricercatori, il nuovo materiale è un compound a base di PLGA (acido lattico-co-glicolico), polimero utilizzato in medicina per le suture; a contatto con l'acqua di mare si degrada nell'arco di 20 giorni senza originare sostanze dannose per l'ecosistema; l'obiettivo della ricerca è arrivare ad una completa degradazione del polimero in acqua e anidride carbonica.

La gamma dei gradi sviluppati comprende materiali con diversa rigidità, da quasi gomme a plastiche rigide. La densità del materiale è superiore a quella dell'acqua marina, in modo tale che il manufatto affondi una volta gettato fuori bordo, evitando così l'inquinamento delle coste prima della sua completa degradazione.

Sono in corso test presso alcuni laboratori universitari e militari per valutare i processi di degradazione alle diverse condizioni ambientali.

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